FUTURA COOP SOCIALE

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FUTURA COOP SOCIALE

Inaugurata Futura Factory, il polo di lavoro inclusivo per persone con disabilità e svantaggio. Presenti tutti i rappresentanti del territorio, è intervenuta anche la Prefetta Vinciguerra. L’obiettivo è avviare un dialogo costruttivo tra pubblico, privato e terzo settore, un’alleanza per sostenere la comunità.

Categorie: Dalle Cooperative

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«C’è bisogno della volontà di tutti per cambiare le regole. Ridisegnare il campo da gioco in cui il gol sia la sostenibilità e l’inclusione. È necessaria un’alleanza di sistema in cui ognuno mette in campo la propria specialità: la pubblica amministrazione, le aziende, gli enti del Terzo Settore». Sono queste le parole con cui il presidente Gianluca Pavan venerdì 16 ottobre è stata inaugurata Futura Factory, il Polo di Lavoro Inclusivo per persone con disabilità e svantaggio della cooperativa sociale Futura di San Vito al Tagliamento. Il messaggio è chiaro e il Covid lo sta insegnando in modo incisivo: si deve cambiare il sistema affinché gli obiettivi inizino a parlare di qualità della vita e di benessere dei territori. La meta sono le persone.

 

L’evento inaugurale si è svolto secondo uno stretto sistema di controllo affinché fossero seguite tutte le normative anti-covid nonostante gli oltre cento presenti che da subito hanno garantito la loro presenza e il supporto alla cooperativa. Sono stati annullati, infatti, le visite allo stabilimento e il buffet finale, istituite vie di entrata e uscita separate, posti dispenser di gel igienizzante e disposti posti a sedere distanziati e assegnati secondo il nominativo. Presente all’incontro anche la Prefetta vicaria dott.ssa Alessandra Vinciguerra che ha voluto salutare Futura e ricordare l’esperienza della gestione dei richiedenti asilo dove «si è visto un modo di lavorare serio e di qualità».

 

L’inaugurazione si è svolta all’interno del reparto di assemblaggio e si è aperta con un video proiettato sul portone di ingresso. Al termine della proiezione – che ha commosso diverse persone del pubblico – il presidente Gianluca Pavan ha dato il via alla cerimonia del taglio del nastro aprendo l’entrata. Ad attendere l’ingresso «le persone che sono il motivo per cui siamo qui oggi, – ha spiegato Pavan porgendo le forbici a Catia Sartori, 56enne con sindrome di down che lavora in Futura – a loro il privilegio di  questo momento». Ai lati, a tenere il nastro, il sindaco Antonio Di Bisceglie e la prefetta vicaria dott.ssa Vinciguerra, dietro altri lavoratori del polo di lavoro inclusivo: Jimmy Lena, Giovanna De Caro e Paolo Belluzzo.

 

Molti gli interventi sollecitati soprattutto dalla presentazione e distribuzione di Factory n.01, un fascicolo in formato rivista con una lunga intervista di Paolo Belluzzo, redattore dell’ufficio comunicazione con una disabilità importante e impiegato in Futura dal 1993, al presidente Gianluca Pavan sul tema dell’inclusione di persone fragili nel mondo del lavoro: «Chi saranno i disabili – risponde Pavan – quando saranno adottati sistemi sempre più robotizzati? Quali saranno i nuovi standard da raggiungere?».

 

Ad avviare un dialogo, moderato da Francesca Benvenuto, responsabile comunicazione di Futura, sono stati invitati i rappresentanti dei diversi ambiti coinvolti. Ad aprire Carlo Francescutti, direttore socio sanitario dell’azienda sanitaria ASFO che per primo afferma che «ne usciamo solo con un’alleanza di comunità» a cui gli fa eco il dott. Emanuele Biasutti, direttore dell’unità di riabilitazione per cerebrolesioni dell’istituto Gervasutta di Udine che richiama l’attenzione su chi si è ritrovato con una disabilità a seguito di ictus, incidenti, ecc: «Questo è un set appropriato per realizzare quella riabilitazione che non è sanitaria». Non si deve parlare di obbligo «bensì di opportunità» per Flavia Maraston, responsabile del servizio di collocamento mirato della Regione FVG: «Le aziende devono vedere un alleato nelle cooperative che devono essere sostenute». «In questo luogo c’è tutto del pensiero cooperativo» ha dichiarato Luigi Piccoli, presidente di Confcooperative di Pordenone a cui si è affiancato anche Luca Fontana, presidente di Federsolidarietà regionale, che ricorda come «il Covid ci stia facendo capire che il nostro sistema non funziona, che è necessario che pubblico, privato e Terzo Settore lavorino insieme per il benessere della comunità».

 

La voce delle aziende è stata portata da Renato Mascherin, presidente del Consorzio Industriale Ponte Rosso-Tagliamento che ha raccontato come «proprio di fronte ai progressi dell’automazione abbiamo imparato la parola fragile» e da Sergio Barel, vicepresidente di Confindustria Alto Adriatico che, nonostante le conseguenze di una trasformazione del lavoro troppo veloce, dell’automazione vede anche le opportunità proprio per le persone con disabilità e ricorda come «da soli non facciamo più niente, il Covid ci ha mostrato come nei periodi di crisi vengano fuori i territori dove c’è una comunità unita. Noi come imprese non possiamo non occuparci di progetti come la Factory altrimenti non faremo più impresa». A chiudere il sindaco del comune di San Vito al Tagliamento, Antonio Di Bisceglie, che fa il punto sul ruolo di politica e amministrazione: «La prima deve promulgare norme che favoriscono la cooperazione sociale, la seconda le deve utilizzare, mi riferisco all’art.5/391 per l’affidamento diretto alle cooperative».

 

L’inaugurazione si è conclusa con l’intitolazione del reparto di assemblaggio ad Alessandro Fabbro, responsabile di produzione e membro del consiglio di amministrazione, scomparso a 43 anni nel 2019. A scoprire la targa, dopo il ricordo del Presidente e della sorella Raffaella, la moglie Melissa, il figlio Samuele e Diana Paiero, collega di Alessandro. «Questa targa – ha dichiarato il presidente Pavan – simboleggia tutti i valori che Alessandro ha saputo vivere in cooperativa e che vogliamo rimangano vivi insieme al suo ricordo». Sulla targa è riportata una frase di Alessandro Fabbro che rappresenta pienamente il pensiero che accomuna tutte le persone di Futura e che sostengono la sua attività: Uniti non abbiamo paura di niente.

 

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